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LA CULTURA HIP HOP NEGLI ADOLESCENTI
La
funzione primordiale del gruppo dei
coetanei durante l'adolescenza è quella
di soddisfare le esigenze dello status
indipendente durante questo periodo
della vita. Ciò spiega perché di frequente
in questi gruppi regni un orientamento
anti-adulto pronunciato.
L'adolescente,
cioè, è contro gli adulti perché questi
sono i rappresentanti di una casta privilegiata,
che gli nega ciò a cui aspira. L'opposizione
è spiegata anche dal fatto stesso dell'esistenza
di una sottocultura, che sopravvive
come tale nella misura in cui diverge
dalla cultura più generale.
La
sopravvivenza della sottocultura come
fonte di status, spiega anche il conformismo
che è stato spesso rilevato come caratteristica
dei gruppi di adolescenti. Questo conformismo,
molto più forte che nei gruppi di bambini
e di adulti, si manifesta in vari modi:
nel modo di parlare e di vestire, nelle
preferenze, nelle opinioni, nei disgusti,
nei pregiudizi. Una delle contraddizioni
dell'adolescente è proprio questo gregarismo,
questo conformismo, e perfino questa
schiavitù all'opinione degli altri,
di fronte al bisogno e al desiderio
di indipendenza che è la linea maestra
dell'adolescenza. In realtà tale opposizione
è solo apparente: nella nostra società,
l'adolescenza trova nel gruppo la forma
più soddisfacente di status; ma questo
è legato a una determinata struttura
di valori che non esisterebbe se ognuno
fosse libero di agire secondo la propria
volontà.
Una
delle sottoculture più largamente diffuse
è la cultura hip hop che ha delle origini
proprio nella disgregazione della società
e nel non riconoscimento del ruolo di
gruppi di adolescenti all'interno della
società stessa, fino alla formazione
di una cultura alternativa e di opposizione
alla cultura dominante.
L'hip
hop nello specifico è un movimento culturale
che nasce alla fine degli anni Settanta
come espressione della cultura di strada
del South Bronx, quartiere di New York
caratterizzato da una dura quotidianità
fatta di violenza, droga e criminalità.
L'abbondante presenza di palazzi abbattuti
o abbandonati, nella zona, era una conseguenza
del progetto di ricostruzione autostradale
realizzato in quegli anni, che avrebbe
permesso ai veicoli provenienti da Manhattan,
l'area ricca della Grande Mela, di uscire
rapidamente dalla città passando sopra
agli edifici della zona povera senza
doverla attraversare. In questo contesto
di degradazione urbana bande di ragazzini
pieni di immaginazione, ma a corto di
soldi, iniziano a forgiare un nuovo
stile che stravolgerà completamente
il concetto d'arte riportandolo, per
certi versi, alla sua più originale
purezza quella che per generazioni era
stata soppressa nell'intento di cancellare
le vecchie origini.
Dalla
musica alla danza, dalla pittura alla
vita vera e propria, l'arte viene concepita
come creazione spontanea e dirompente
ovunque e comunque, al di fuori dell'ambito
commerciale. Dipingere illegalmente
graffiti su di un vecchio muro nel ghetto
avversario significa crearsi un proprio
codice di autoregolamentazione e rinnegare
il sistema d'arte convenzionale, in
quanto si produce un'opera non vendibile,
accessibile a tutti, e anonima per gli
esterni.
Proprio
per le circostanze di illegalità che
circondano il disegno, il nome nella
firma viene sostituito con uno pseudonimo,
chiamato "tag" (firma), che
talvolta compone il graffito stesso.
I creatori della nuova cultura si autodefiniscono
"bboys" (termine tuttora utilizzato
per i seguaci dell'hip hop), e cioè
i ragazzi del Bronx, ma anche i "black
boys", i "bad boys" e
i "break-boy" o "boogie-boy"
- coloro che ballano ai "block
party" (evento di strada che coinvolge
il vicinato); le ragazze vengono invece
definite "fly-girl" o "b-girl".
I
fattori che hanno influenzato la cultura
hip hop sono complessi e numerosi. Sebbene
la maggior parte delle influenze possono
essere rintracciate nella cultura africana,
la società multiculturale di New York
è il risultato di diverse influenze
musicali che hanno trovato il loro modo
di esprimersi all'interno della musica
hip hop. Il fenomeno hip hop si presenta
come un vero e proprio movimento d'avanguardia,
di tipo composito, teso a raccogliere
la sfida del profondo sradicamento esistenziale,
e del disorientamento nella percezione
e nella costruzione dell'identità del
soggetto. Con la denominazione di cultura
hip hop, ci si riferisce alle diverse
forme che ne caratterizzano l'espressione
sociale e sono:
1.
lo MC abbreviazione del termine Master
of Ceremonies (maestro di cerimonie);
2.
il DJ;
3.
il Writing ovvero l'arte dei graffiti;
4.
la Breakdance stile dinamico di danza
introdotto dai portoricani.
Attraverso
queste forme si delineano le tracce
di una vera e propria filosofia di vita
che rivela un approccio culturale trasgressivo
e dirompente rispetto ai modelli sociali
dominanti.
La
composizione delle modalità di espressione
attraverso cui si è affermato l'hip
hop, evidenziano una grande attenzione
verso le più importanti forme della
comunicazione, dalla parola al corpo,
attraverso l'immagine e il suono, affinché
si potesse dare espressione al disagio
giovanile, alle storie di quotidianità
marginale, alla rabbia legata al degrado
sociale ed esistenziale dei giovani
che abitano le strade delle periferie;
permettendo di amplificare attraverso
la musica, la gestualità, le ritualità,
le tags sui muri, il bisogno di comunicazione
e di affermazione dell'identità; permettendo,
insomma, a milioni di ragazzi appartenenti
alle comunità socialmente marginali
di poter dire "io ci sono e non
mi arrendo".
Mariangela
Manfredi
(Articolo
tratto dalla tesi Bande giovanili ed
educazione all’affettività)
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