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DISLESSIA
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo
termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in
particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA.
La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero
il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura,
calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa
che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit
di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o
neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che
caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule
deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere
in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così
semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino
dislessico.
Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che
riguardi il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e
Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un deficit di
intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o
neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo
impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in
maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane
indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad
altri disturbi (comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei
profili e l'espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta
significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può
essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura:
disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e
disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una
cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta,
anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di
solito,vivaci e creativi.
Come si manifesta
Si manifesta con una lettura
scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo
impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di
comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in
ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo
scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la
ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da
quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori
caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la
sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le
tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i
giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto
riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e
giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò
che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità
motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di
concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici,
quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la
causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola.
Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni
impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per
l'adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana
Come si riconosce
Già nella scuola dell'infanzia
bambini che presentano uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o
comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero
consultare il pediatra che nel bilancio di salute annuale deve monitorare le
situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi familiare (presenza di disturbo
specifico del linguaggio, dislessia) ed inviando il bambino alle strutture
competenti.
Se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino
presenta una delle seguenti caratteristiche:
1)difficoltà nell'associazione
grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del
controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella
lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le
lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno
specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi; l'Associazione
Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita indicando i Centri
competenti a cui riferirsi a seconda della Regione.
Quando si fa la
diagnosi
La diagnosi viene posta alla fine
del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola
primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici
indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per
DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un'ulteriore
strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come
ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di insegnanti
formati con la consulenza di professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto
all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia con l'obiettivo di
realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità
deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell'anno permangano significativi
segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l'età
evolutiva.
La diagnosi viene effettuata da
un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo e
Logopedista. Come si comporta nello studio Un dislessico si stanca più
facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione
Può leggere un brano
correttamente e non cogliere il significato
Può avere grosse difficoltà con
le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di
simboli da interpretare
Può avere difficoltà nella
lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco,
ecc..)
Può scrivere una parola due volte
o non scriverla
Può avere difficoltà nel
memorizzare termini specifici, non di uso comune
Può avere difficoltà nello studio
(storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è
veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto
che legge, libri digitali)
Non prende bene gli appunti
perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente
Quando si distrae da ciò che sta
leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto
Un dislessico lavora lentamente a
causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.
Come si affronta
Quando qualcuno (genitore o
insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante
che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica.
La
diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La
diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli
errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si
impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano
sofferenze, frustrazioni.
Il professionista dovrebbe
redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e
la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono
mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso,
nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei
ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4),
come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di
compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono
poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di
Stato.
I dislessici hanno un diverso
modo di imparare ma comunque imparano.
Cosa fare dopo la
diagnosi
Dopo la diagnosi il percorso è
differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del
disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di
gravità.
Alcuni elementi importanti dopo
aver ottenuto la diagnosi sono:
-
il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa
specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa
autostima, ) e redigere un referto scritto
- indicare la possibilità
dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi
-
comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e
contattare il referente scolastico per la dislessia
-
programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
-
la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il
recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici
resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa
situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea
alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il
clima familiare , riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine
di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la
motivazione.
-
se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia
logopedica o una terapia neuropsicologica
-
nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca
gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di
incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura
-l'ambiente,
soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle
strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé
I ragazzi dislessici possono
imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri.
Cosa devono fare i
genitori
I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata
valutazione diagnostica
- discutere del problema con gli
insegnanti
- aiutare il bambino nelle
attività scolastiche (leggere ad alta voce)
-
utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video,
computer)
Cosa devono fare gli
insegnanti
L'insegnante deve:
- riconoscere e accogliere
realmente la "diversità";
- parlare alla classe e non
nascondere il problema;
-
spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del
diverso trattamento;
-
collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al
problema;
- comunicare con i genitori
Le cose da non fare:
- far leggere il bambino a voce
alta
- ridicolizzarlo
- correggere tutti gli errori
nei testi scritti
- dare liste di parole da
imparare
- farlo copiare dalla
lavagna
- farlo ricopiare il lavoro già
svolto, perché scorretto o disordinato
- paragonarlo ad altri
Diagnosi versus certificazione
(104 - sostegno)
La panoramica in Italia sulla
certificazione e il sostegno è molto disomogenea, a seconda delle regioni e
delle province possono venir concessi o meno la certificazione e di conseguenza
l'insegnante di sostegno.
Indipendentemente dalla
possibilità di ricevere l'insegnante di sostegno, è importante che il bambino
riceva un adeguato supporto nel percorso scolastico che tenga conto delle sue
difficoltà e che può derivare soprattutto da una efficace collaborazione tra
scuola, famiglia e operatore sanitario.
Dislessici adulti
Ci sono ancora pochi studi
sull'evoluzione del disturbo dislessico in età adulta.
A livello internazionale ci sono
studi che dimostrano che il disturbo permane nella lettura, nella scrittura, ma
anche nelle prove linguistiche e di analisi metafonologica. Studi su dislessici
italiani adulti evidenziano un miglioramento nella correttezza della lettura,
mentre permane una difficoltà nei tempi di lettura, dove il dislessico adulto
necessita di tempo aggiuntivo rispetto al normolettore. I cambiamenti osservati
in velocità ed accuratezza dipendono però dal livello di gravità iniziale.
Gli strumenti dispensativi e
compensativi sono misure necessarie per gli esami di Stato, accesso
all'Università, patente di guida.
Interventi riabilitativi e/o
trattamento logopedico
Chi si occupa del bambino/ragazzo
dislessico deve effettuare una "presa in carico", un processo cioè integrato e
continuativo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che
favoriscono la riduzione del disturbo, l'inserimento scolastico, sociale e
lavorativo e il più completo sviluppo delle potenzialità dei singoli
individui.
Dopo la diagnosi, fatta da un
centro specializzato (o anche da una qualunque ASL), si può intervenire con
programmi riabilitativi, fatti presso i centri stessi che hanno diagnosticato il
disturbo, o presso centri riabilitativi adeguati, tramite software riabilitativi
e/o trattamenti logopedici.
Recentemente in Italia si stanno
accumulando dati relativi all'efficacia dei trattamenti abilitativi dando
indicazioni nella pratica clinica .
Si ritiene che i criteri per
stabilire un miglioramento siano:
a)autonomia raggiunta nella
lettura
b)autovalutazione positiva della
propria abilità di lettura
c)giudizio di miglioramento da
parte dell'insegnante
Inoltre:
1)i trattamenti più efficaci
sono quelli che utilizzano procedure informatizzate per automatizzare il
processo di riconoscimento lessicale e sublessicale;
2)il
trattamento abilitativo raggiunge risultati migliori nella correttezza rispetto
alla velocità, riducendo il numero di errori di almeno il 50%. Nella velocità di
lettura (sillabe lette al secondo) si riscontra, in quattro mesi, un
miglioramento pari a quello atteso per evoluzione naturale in un anno;
3)il trattamento abilitativo
permette un miglioramento sia con sedute ambulatoriali sia con attività
domiciliari supervisionate da un professionista;
4)il livello di miglioramento
non dipende dal livello di gravità iniziale; ogni ciclo di trattamento
ottiene in media un cambiamento simile;
5)dai dati finora raccolti non
si evidenzia nessuna differenza negli esiti tra alunni con e senza
comorbidità ;
6)nel periodo di non
trattamento, l'evoluzione spontanea è quasi nulla, ma non c'è
regressione;
7)il trattamento abilitativo ha
effetto dalla terza elementare alla terza media
Software
L'uso di software specifici
permette al dislessico di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e
di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato si possono
trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo di lettura per
quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità) oppure programmi
che permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior
comprensione del testo scritto.
Esistono poi software che
fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una tipologia di software
che consente di scrivere dei testi e può essere usato in abbinamento o in
sostituzione al tradizionale quaderno; la sintesi vocale, che trasforma in audio
il testo digitale, importato o scritto; il traduttore automatico, programma in
grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che sono libri
scolastici forniti dalle case editrici direttamente in formato digitale
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